Voci dal coro | Stefano


La rubrica che vi farà conoscere “dall’interno” esperienze ed emozioni dei componenti del coro LineArmonica.

In ogni viaggio, viviamo momenti belli e momenti di difficoltà, attimi di pura gioia e attimi in cui vorremmo mollare il timone e tornare indietro; arrivati a destinazione, scopriamo che non abbiamo solo raggiunto la meta, ma che tutto il bagaglio di esperienze positive e negative è diventato parte di noi e ci ha fatto crescere.

Mi chiamo Stefano, ho 28 anni e canto nella sezione Bassi.

Il mio viaggio con i LineArmonica è iniziato nella primavera 2013. Ero in cerca di un coro che mi permettesse di mettere a frutto le lezioni di canto e solfeggio, ma2015-03-15 20.02.51 desideravo anche conoscere un ambiente nuovo: si era bruscamente interrotta un’amicizia importante e avevo bisogno di cambiare aria. Dopo diverse ore passate su internet in cerca di ispirazione e audizioni poco soddisfacenti presso alcuni cori vicino a casa, il mio insegnante di solfeggio (il nostro Maestro Samuele Rigamonti) mi fa ascoltare alcuni brani registrati dai LineArmonica. Non mi sono sbilanciato subito, ma ero comunque incuriosito! La sera della successiva domenica mi sono fatto trovare all’oratorio di Tabiago per ascoltare le prove. Ho notato subito un clima gioioso e rilassato, ma intervallato da momenti di grande serietà e concentrazione. Quella sera il coro provava il brano “I Get Around” dei Beach Boys a quattro voci e alcuni canti africani, con tanto di coreografie. Le prime impressioni sono state positive; mi avevano affascinato molte cose, come la bravura dei coristi, o la gioia liberatoria dei brani africani, o ancora l’ambiente giovane e accogliente. Alla fine, due ore di prove sono passate veloci; quella sensazione di “casa” mi ha convinto a buttarmi e diventare un corista dei LineArmonica.

I primi mesi sono stati come saltare su un treno in corsa, letteralmente; il coro non è mai statico e ogni domenica si studiano nuovi brani, oltre a consolidare quelli già imparati. Prendere il ritmo per assimilare buona parte del repertorio ha richiesto impegno, ma non sono mai rimasto solo: con l’aiuto dei compagni di sezione e del maestro, anch’io ho preso il mio posto nel coro.

Ben presto mi sono imbattuto nella fase “sarò-abbastanza-bravo-per-debuttare?”. Chi mi conosce sa che sono piuttosto timido, non mi sentivo mai pronto per partecipare ai concerti. Il grande momento è arrivato al primo concerto della stagione natalizia 2013: le prove sono state così intense che la voglia di cantare davanti ad un pubblico ha naturalmente superato ogni timidezza.

Può sembrare una frase retorica, ma cantare ai concerti mi ha fatto apprezzare ancora di più la bellezza del cantare in un coro: essere parte di una “creatura” domata dal maestro, in cui nessuno è protagonista ma tutti sono il Coro. Il debutto è stato anche il vero inizio della vita con i LineArmonica: condividere con i compagni l’adrenalina, l’attesa, i sorrisi, gli applausi, mi ha fatto sentire ancora di più orgoglioso di essere uno di loro.

Una volta rotto il ghiaccio con la stagione natalizia, ho spalancato la porta ad emozioni più forti. Ogni concerto è un’emozione forte, sia chiaro, ma certe esperienze lasciano qualcosa in più. Sto parlando della trasferta ad Anghiari (Ar) e del concorso europeo di cori giovanili a Lecco.

Descrivere la trasferta alla città toscana è molto semplice: week-end senza un attimo di respiro! Ogni momento è stato sfruttato al massimo, per godere delle bellezze artistiche (e culinarie…) della città e dintorni. L’evento principale è stato il concerto al teatro comunale, che da solo è valso l’intero viaggio: indescrivibili i brividi che può trasmettere l’intimità di un piccolo teatro settecentesco, anche a chi canta. La mattina successiva, dopo poche ore di sonno, abbiamo animato la messa alla Prepositura; un filmato su Youtube documenta l’incredibile acustica della chiesa, che ha lasciato tutti a bocca aperta.

Sebbene fuori casa, il concerto toscano è stato una passeggiata rispetto al concorso a cui avremmo partecipato pochi mesi dopo. Il Festival Zelioli, concorso europeo di cori giovanili, ci ha portati completamente fuori dalla nostra “comfort zone”. Diversi mesi di studio per imparare sei brani nuovi, di generi completamente diversi dal nostro, da cantare di fronte a una giuria: una specie di interrogazione! Come si può intuire, è stato un crescendo di adrenalina, prova dopo prova, fino alle audizioni davanti alla commissione; non sono mancati momenti di crisi e anche di tensione fra noi coristi, ma la carica emotiva in gioco era tale da comprendere questi momenti di stanchezza; da questo punto di vista, mi hanno impressionato gli altri cori partecipanti, dando l’impressione di essere perfettamente a loro agio, soprattutto durante le esibizioni. Oltre all’aspetto competitivo, è stato interessante ed emozionante conoscere le realtà corali giovanili degli altri paesi europei: il livello di preparazione è molto alto, sia dal punto di vista musicale che coreografico. Quale migliore occasione per capire a che punto siamo noi e quali segreti possiamo rubare a chi è più bravo?

Entrambi gli avvenimenti hanno richiesto studio e fatica per la trasferta, ma le emozioni che abbiamo vissuto nel cantare in un contesto completamente nuovo o addirittura davanti a una giuria, ci hanno galvanizzato!

La figura che ci accompagna nel nostro viaggio musicale è il direttore, Samuele. La sua grande esperienza di direzione corale ed insegnamento lo rendono un bravo maestro, ma è il suo carisma a fare da “collante” del coro; ci spinge verso sfide musicali apparentemente oltre la nostra portata, ma con il nostro impegno e la sua guida, ogni volta torniamo a casa felici di aver provato un’esperienza nuova e aver fatto un passo avanti nella nostra crescita.

Scrivere questa testimonianza è stata un’occasione per ripercorrere il mio Viaggio col Coro. Sembra incredibile che tutto questo è accaduto in appena due anni. Ne ho fatta di strada: ho conosciuto persone nuove e con loro ho respirato musica per giornate intere.

La destinazione non si profila ancora all’orizzonte, ma se il viaggio è così bello, qual è la prossima tappa?

Stefano Brambilla