Voci dal coro: Ilaria


Una voce, un volto, una storia.

Domenica 5 gennaio, in occasione di uno dei tanti concerti del coro LineArmonica, mi si avvicina il Presidente Sergio Fumagalli: “Voci dal coro gennaio 2016, che ne pensi?” mi dice, “Ci penso…” rispondo. Di fatto è una settimana che ci sto pensando ed ora mi ritrovo davanti a questo foglio bianco con tante cose da raccontare e l’imbarazzo nel cominciare.

La mia esperienza da corista inizia nel settembre del 2013 ma, per raccontarla fino in fondo, devo ritornare un po’ più indietro nel tempo. Dopo un lungo periodo di buio della mia vita e di totale annichilimento della mia persona, dedita solo a doveri e senza più sogni o passioni, iniziano la mia rinascita e il mio riscatto proprio qui, a Nibionno. Mi trasferisco in questo piccolo paesino del lecchese nel 2011: casa nuova, famiglia vera, lavoro non più precario. Io, Daniele e Rebecca ci adattiamo subito al posto, dove tutto è “a misura d’uomo”; passo successivo: far integrare Rebecca all’interno di questa comunità, soprattutto con bambini della sua età. Inizia a frequentare il coro di voci bianche della Parrocchia e, dopo varie prove, approda al concerto di Natale e poi a quello della Famiglia… e tutto parte proprio da lì! In quell’occasione ho modo di conoscere per la prima volta i LineArmonica, un concentrato di energia. Sono ancora vive nella mia memoria e sulla mia pelle le emozioni provate quel giorno: brividi lungo la schiena mentre un’enorme bolla mi avvolge e focalizza la mia attenzione su quelle voci, su quei volti e su quelle mani, espressioni di un sincronismo e di un affiatamento che mi affascina. Tornata a casa dico a Daniele che mi piacerebbe molto provare un’esperienza così forte da dentro … all’interno di un gruppo, forse, anche la timidezza abbassa la guardia. Cantare così come dipingere sono sempre state le mie passioni e, ad un certo punto, ho chiuso entrambe in quel “cassetto dei sogni” che tutti hanno e che non tutti aprono.

Non è stato facile trovare il coraggio di aprire il mio; c’è una bella differenza tra il mettersi in gioco e sognare quando di anni se ne hanno 40 e non più 20, quando viene a mancare l’incoscienza adolescenziale e subentra la paura del giudizio o del pregiudizio, quando gli impegni sono tanti e a volte troppi. Caso strano… Daniele viene “ingaggiato” proprio da Sergio per le registrazioni del CD “Next stop” e, in un pomeriggio di luglio, mi faccio avanti e chiedo a Samuele se posso “provare” a far parte del coro Linearmonica. A settembre la prima prova e l’applauso dei coristi ad accogliermi come “new entry”. Ricordo ancora il mio imbarazzo nell’emettere anche solo un suono, quello più banale per scaldare la voce, figurarsi cantare! Come inizio “niente male” mi dico, ancor peggio quando mi passano i primi due spartiti (Angels’ Carol e Bo yabo haboker), codici crittografici che non so nemmeno da dove iniziare a guardare!

Torno a casa con un po’ di sconforto e il pensiero che forse mi sono cacciata in qualcosa di più grosso di me. Durante il pomeriggio della domenica successiva Daniele mi propone un “ripassino” ma io non ricordo assolutamente nulla di quanto fatto. Mi suona le poche battute iniziali e le melodie ascoltate la settimana prima riaffiorano alla memoria: inizio a canticchiarle. Lui, che mi conosce bene, coglie immediatamente il mio scoraggiamento e mi dice “Intonata lo sei e questo è già un buon punto di partenza. Per fare musica occorre pazienza, costanza e spirito di sacrificio; se saprai aspettare, la musica ti ripagherà”. Da allora inizia un periodo intenso di studio per cercare di decifrare in ogni dettaglio quel nuovo codice, per memorizzare non so quanti testi e per imparare altrettante melodie diverse e quando mi sembra di esserci quasi… ecco altro materiale, per gli altri vecchio e per me ancora nuovo… perché i LineArmonica e il maestro Samuele sono un treno in corsa, o corri o corri!

Prova dopo prova ho iniziato a sentirmi parte di questo gruppo e ho trovato il coraggio di metterci la mia “parte”, non senza l’aiuto di qualche compagno d’avventura. In particolare, Miriam e Beatrice, le mie due tutor, luci-guida per la mia voce ma anche supporto morale alle mie fatiche; da una ho cercato di attingere l’attenzione e la cura per la lettura dello spartito e la ricerca, per quanto mi è possibile e ben consapevole di quanto sia ancora lunga la strada, della precisione nell’esecuzione; dall’altra l’essere un po’ più spartana e avere il coraggio di provarci comunque, soprattutto alle prove (“sbagliato ma cantare deciso!”, come dice il maestro). E come dimenticarmi di Giovanni che, più di tutti o forse solo prima degli altri, ha avvertito il mio imbarazzo in mezzo a tanta gente nuova e, con il suo fare simpatico (e un po’ burlone, oserei dire), mi ha aiutato a sciogliermi e a farmi sentire sempre più come a casa mia.

A poco a poco sono entrata in sintonia con diversi coristi anche se non ancora con tutti, a dire il vero; credo che sia un po’ nella natura umana scegliere “a pelle” di chi circondarsi e con chi interagire. I LineArmonica sono anche questo: piccoli microcosmi all’interno di un coro che, però, quando canta è realmente un tutt’uno ed ognuno di noi diventa corda unica e insostituibile dello stesso strumento, espressione vera di uno stesso sentimento… perché cantare emoziona tanto, ma tanto davvero! Ad ogni concerto mi rendo conto che la mia voce e il mio corpo diventano mezzi attraverso cui esprimere le mie emozioni e sento che è così anche per i miei compagni (una quarantina e più); e allora come non rimanere travolti piacevolmente da quest’onda che avvolge chi canta e chi ascolta! E quando ognuno di noi ci mette del suo con passione, cura dei particolari e intenzione di comunicare qualcosa dando voce alla musica … il nostro maestro ci gratifica con l’emozione che traspare dai suoi occhi e con l’orgoglio con cui dice “Che coro!”.

Vorrei concludere con alcuni ringraziamenti.

Grazie a tutti i LineArmonica, che mi permettono di vivere un’esperienza così forte e che mi hanno permesso di ritirare fuori interessi, passioni ed emozioni;

Grazie a Daniele e Rebecca, che mi seguono e mi sostengono con l’amore di chi sa gioire del bene dell’altro;

Grazie a Sergio, che ha sempre parole cariche d’affetto per ognuno di noi e che ci guarda e ci ascolta ogni volta come fosse la prima, con stupore e ammirazione;

Grazie ai nostri “fedelissimi”, che ci ascoltano da sempre, e a chi ci ascolta per la prima volta, perché  cantare è bello ma lo è molto di più se c’è qualcuno per cui farlo;

Grazie a Samuele, che mi ha permesso di scoprire la grandezza e la bellezza del canto corale e della musica, dalla parte di chi la fa e non solo la ascolta, e che ci guida (di prova in prova e di concerto in concerto) al miglioramento con dedizione e grande passione.
Il mio viaggio è appena iniziato, l’orizzonte è lontano, cosa c’è oltre ancora non lo so … ma lo scoprirò!